1. |
Dorian
03:04
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Scende piano, mi picchietta sul vetro.
Io banale dico “ciao, come va’?”
Lei sorride tranquilla, mi sfiora la mano
e mi schianta di serenità.
Scende piano poi mi avvolge leggera,
tra paesaggi che non ho visto mai.
Tra i profumi dell’India e le foglie di the
mi racconta l’amore che c’è.
La mia stella
ha una stella d’argento
che le pende dal collo.
Lei ci crede davvero ma chissà
in quale parte del cielo,
quando alza lo sguardo,
è lì che l’aspetta
la sua felicità...
A volte preferisco il silenzio,
la parola sa dire di no,
e ascolto il bambino che mi piange dentro.
Vuoi tenerlo in braccio un po’?
A volte preferisco la notte,
la luce mostra quello che c’è.
E ritrovo tra i tarli di vecchi scaffali
un ritratto che invecchia con me.
La mia stella
danza nella mia testa.
Io non so dire basta,
tra lusinghe di vita e vanità
Oltre i vetri appannati
da serpenti e elefanti
intanto dorme la città.
Perché Silvia
è un amore diverso
che corre elettrico
tra i messaggi e la musica.
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2. |
La parola amore
04:17
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Avevo 16 anni e centomila sogni in fondo al cuore,
parlavo con le donne, parole su parole su parole.
Avevo 16 anni e centomila sogni tra le dita,
le pagine di un libro aperto dritto in faccia alla mia vita.
E tu... t'incontro solo adesso,
è tanto che ti stavo aspettando.
E tu... non sono più lo stesso,
l'amore e il tempo mi stan cambiando.
Avevo 16 e avrei vissuto tutti i miei ricordi
correndoci attraverso, per poi voltarmi a dire adesso è tardi.
Avevo 16 anni e tutto mi sembrava all'infinito.
Avrei trovato il tempo di fermarmi a chiedermi a cos'è servito.
E tu... perché ti sei fermata
quel giorno ad annegare la mia vita?
E tu... tu che prima non c'eri e adesso sei
la foto accanto al letto che vorrei.
Non so se l'hai capito, non so se l'hai sentito,
non so se te l'ho detto ma è tanto che ti stavo aspettando.
Prima che il tempo ci sposti da qui
ricordati, ricordati che non hai bisogno di troppe parole.
Prima che il vento ci soffia via qui
ricordati, ricordati che esiste davvero la parola amore.
Avevo 16 anni e centomila sogni in fondo al cuore,
parlavo con le donne, parole su parole su parole.
Avevo 16 anni e non sapevo che la vita è dura
ma viverla con te, lo sai, non fa paura.
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3. |
La stanza
03:56
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Adesso finalmente respiro,
prendo fiato e vado.
Ho paura e forse cado,
ma non emetto un grido
Adesso finalmente cammino,
saluto quel che sono stato
e abbandono ciò che ho amato.
Rimetto in moto il mio destino
nel mezzo del cammino
Se io possedessi le parole
non lascerei le mie emozioni sole,
ma le porterei su all’infinito
lì dove ti ho sentito.
Adesso finalmente ci provo
a lasciare ciò che devo
Ho paura e non lo nego,
se ricordo mi commuovo.
Adesso finalmente mi muovo,
e sorrido a ciò che sono,
se ci riesco mi perdono, non lo so,
ma è un vestito nuovo
quello in cui mi ritrovo.
Se io possedessi le parole
per non lasciare tue emozioni sole
ci rincontreremmo all’infinito
lì dove ti ho sentito.
Se poi io trovassi le parole
per non lasciare le emozioni sole
le porteremmo via da questa stanza
perché non è abbastanza
E c’è soltanto un’eternità,
neanche un istante di più,
se c’è soltanto un’eternità
quello che basta sei tu.
Se solo poi trovassi le parole
per non lasciare le emozioni sole
vivremmo all’infinito in questa stanza,
perché per noi è abbastanza.
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4. |
Radici
03:48
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La terra, l’erba il vento
ne ha il profumo,
tra vetri rotti e nuvole di fumo.
E mentre lento attorno
corre il fiume
dalle acque verdi, rosse,
gialle e brune.
Io lo so, tu lo sai,
che musica hanno
quei giochi con gli amici.
Io lo so, tu lo sai,
cambia l’albero
ma stesse son le radici.
E allora vedi, vedi
che avevo anche ragione.
Vedi, vedi
che non tutto è un’opinione.
I passi miei, come i passi tuoi,
sono passi per sbagliare.
I passi miei sono i passi tuoi.
Ma per dove e fino a quando camminare?
Ci gioca e ci deride questa vita,
che corre come sabbia tra le dita.
Tra slanci e crisi buie di coscienza.
Tra brividi d’amore e indifferenza.
Io lo so, tu lo sai,
che tutto è niente e neanche ho scelta.
Io lo so, tu lo sai,
la musica...
la fantasia...
Ci sarà qualcosa poi in me di te...
E allora vedi, vedi
Che avevo anche ragione.
Vedi, vedi
Che tutto è un’opinione.
I passi miei, sopra i passi tuoi,
sono passi per cambiare.
I passi miei, come i passi tuoi,
Ma per dove e quanto a lungo camminare?
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5. |
Piove
04:16
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Sarebbe stato facile guardare tutto dal di fuori.
Sarebbe stato più utile dimenticare i tuoi colori.
Se solo avessi un città io davvero proverei di nuovo a perdermi.
Se io credessi all'aldilà, non starei qui a cercare tutte queste prove
mentre fuori piove
Sarebbe stato semplice non ricordare più il tuo nome.
Sarebbe stato logico confondermi tra migliaia di persone.
Se non dovessi stare qua non avrei nessun timore io di perdermi,
se non credessi all'anima ti scioglierei tra un milione di emozioni nuove,
ma adesso fuori piove.
Piove, piove... e allora sono corso qui, sono venuto a prenderti!
Piove, piove... ho in tasca le tue lettere, ma non ho niente da renderti.
Piove, piove... aspetto di sentire il calore delle braccia tue.
Piove, piove, quello che ho in mente adesso è solamente questa storia di noi due.
Sarebbe stato lecito puntualizzare i nostri errori.
Sarebbe stato splendido tornare prendersi cura dei fiori.
Se me ne andassi via di qua sono certo troverei il modo di perdermi.
Se non avessi un’anima ti scorderei come si scorda il tempo, invece devo arrendermi.
invece voglio arrendermi...
Piove, piove... Non vedi sono corso qui, sono venuto a prenderti!
Piove, piove... ho in tasca la tua foto e non ho niente da renderti.
Piove, piove... aspetto di sentire il sapore delle labbra tue.
Piove, piove, quello che che conta adesso è solamente questa storia di noi due.
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6. |
Fragile
04:17
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La mia mano accarezza quello che non vorrei mai.
E non riesco neanche a dire dove sono.
Mi dispiace, che proprio in quel momento sia rimasto solo.
Mi dispiace sia passata questa estate.
Quanti affanni e quanti inganni,
ma ogni cosa aveva un senso, anche un sogno inutile.
Quanti inganni e quanti affanni.
Ma per altri mille anni tutto ci sembrava facile...
Fragile...
Prendi le tue cose, andiamo, non lo vedi che ci aspettano lassù?
È tanto tempo che ci conosciamo ma non ti ho mai chiesto niente.
Se il mondo è differente, lascia stare non ti serve correre.
È tutto facile se vuoi... Tanto alla fine resteremo solo noi.
Guida piano, è un consiglio che oramai non posso dare.
O s’è perso in mezzo a tutte le parole.
Per favore, questa volta non è il caso di scherzare.
Ma sta a vedere che alla fine hai anche ragione.
Quanti affanni e quanti inganni,
e le cose ora non hanno più un perché
Ma quanti inganni e quanti affanni.
E per altri mille anni, tutto ci sembrava facile...
Fragile...
Prendi le tue cose, andiamo, non lo vedi che ci aspettano lassù?
È tanto tempo che ci conosciamo ma non è servito a niente.
Se il mondo è differente, lascia stare non ti serve correre.
È tutto facile se vuoi... Tanto alla fine resteremo solo noi.
E non c’è niente niente, niente che vale.
Niente niente, niente è normale.
Immaginavo una strada differente.
Invece guarda quanta gente,
guarda quanta gente,
qui con te...
Fragile.
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7. |
Parigi
04:04
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Ma com’è strano pensare che il mondo
sia il posto peggiore che c’è.
Non mi capita spesso, però se me lo chiedo
non so quanto lo nego.
Sarà colpa del tempo, della pioggia bastarda,
del grigio cemento di qua.
Sarà forse che un sogno, quando arrivi ad assaggiarlo,
non ti piace il sapore che ha.
E non c’è un posto per volare via,
nessuna strada per la libertà,
nessuna ala ti sostiene nel vento,
nessuna mano ti solleverà.
Ma Parigi, Parigi è il puro centro di un’idea
in cui viviamo io e te e sulla riva del fiume balliamo.
Parigi è un ritratto mentre il giorno svanisce.
E mentre traccio il mio tratto di colpo il colore finisce.
E al centro del quadro rimane soltanto la musica.
Ma perché questo povero vento
si ostina a passare di qua?
Non lo sa che mi basta un momento
per tirare su il bavero.
Nelle strade di vecchie canzoni
quante chiacchiere fuori dai bar,
sotto ai portici del quartiere latino
con le lingue rese svelte dal vino.
E basta un istante per volare via,
per respirare questa libertà
che ti sostiene con le sue ali.
Noi, diversi ma tutti uguali.
Perché Parigi, Parigi ti racconta le sue storie.
E le ascoltiamo io e te, sulla riva del fiume ballando.
Parigi è un ragazzo che invecchia cantando.
E mentre canta il suo canto, di colpo, la voce finisce.
E al centro del suono rimane soltanto la musica.
E noi sulla riva del fiume
ancora balliamo, viviamo,
sogniamo, ci amiamo.
Aggrappati da fili che il tempo
sfinir non potrà.
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8. |
Canzone per Anna
03:35
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È tanto che non sentivo più quel canto
della mia terra attorno e del fiume che va.
L’inverno ci avvolse all’improvviso,
e spense ogni sorriso, ogni serenità.
Lontano cambiò colore il cielo,
qualcuno disse: “guarda,
laggiù non c’è la citta?”
E intorno la gente nelle isbe
guardava e non capiva
che cosa succedeva.
Mentre un poco più il là
c’era la polizia che diceva:
“tornate nelle case, andate via”
Mentre un poco più in là
Pandora apriva il vaso dei mali,
spezzando la vita in un battito d’ali.
E io che mi risveglio solo adesso,
e il mondo non è più lo stesso.
E io che immaginavo fosse un incubo perverso,
e invece è la realtà...
Gli uomini si spengono a milioni,
poi restan le canzoni ma chi le ascolterà?
Gli uomini non credono abbastanza
che esista un altra scienza e un’altra umanità.
Gli uomini si spengono a milioni,
poi restan le canzoni ma chi le ascolterà?
Gli uomini commetton degli errori,
poi restano gli orrori. Chi li cancellerà?
Anna ha dieci anni
ed ha cancro dentro al cuore
che le esplode dal di dentro,
proprio come un reattore.
Anna ha dieci anni,
e ha la forza della vita,
e non troverò il coraggio – mai! –
di dirle che è già finita.
Anna ha dieci anni,
e mi ha detto che da grande
vuole fare la modella,
e mi ha chiesto di sposarla.
Io le ho risposto sì
ma lo so già che non è vero,
perché un domani per sognare
noi di certo non l’avremo.
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Alessandro Galli Saronno, Italy
Sono nato a Tradate nel lontano 1973 e sono tutt'ora vivente. Scrivo canzoni da quando avevo 16 anni. Ascoltatele.
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